Gennaro Oliviero
- 14/03/2012 08:05:00
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Martina Federici ha colto gli aspetti più interessanti del bel libro di Antonio Piscitelli, attraverso rilievi ed osservazioni che nascono dalla riflessione sul "Bildungsroman",del quale lopera rappresenta un esempio di livello superiore, nella rappresentazione dellevoluzione del protagonista verso la maturità e letà adulta. Anche la mancata sottolineatura del carattere intimistico del racconto, per privilegiare gli aspetti di ambiente e di costume, tende ad espungere dalla narrazione ogni riferimento autobiografico,che sarebbe fuorviante per il lettore.Gli aspetti più crudi del romanzo, che sono quelli sulla quale la Federici esprime una sorta di apprensione, vanno collocati in un ambito che trova nella letteratura "alta" significativi esempi. Chi, come me, è intriso delle suggestioni proustiane, non può al riguardo non ricordare il giudizio negativo espresso da Colette nei confronti delle descrizioni saffiche contenute nella "Recherche", rapportandolo alla circostanza- non condivisibile dal punto di vista emotivo e della tecnica narrativa- di una necessaria diretta esperienza delle situazioni narrate nel romanzo.Complimenti a Martina Federici, che ci ha fornito un quadro intrigante e suggestivo di " Come le fate ".
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